La Rievocazione ad Arienzo è diventata una delle tradizioni popolari che ci contraddistingue dagli altri luoghi per tutta una serie di motivi che solo un arienzano può comprendere.
È il collante di un tessuto sociale variegato, è un momento di unione, coalizione e aggregazione che precede di mesi, anni, l’evento vero e proprio.
La processione segna per noi arienzani una fase vera e propria della nostra vita, un momento in cui ognuno di noi si è reso protagonista in essa, a qualunque età, qualunque fosse il suo status sociale.
È un appuntamento quasi certo nella vita di ogni arienzano che si rispetti.
Arriva puntuale ogni 4 anni attesa da tutti, minuziosamente organizzata da un gruppo di persone che si dedicano con passione alla buona riuscita della stessa... gli abiti curati in ogni dettaglio sono disegnati secondo i tradizionali costumi dell’epoca, cuciti con stoffe preziose e minuzia di particolari che solo uno studioso attento dell’epoca storica può sapere .
I ruoli... quasi paradossalmente, adattati a quelli dei protagonisti attuali, come a interpretare se stessi calandosi in due millenni prima sbalzati dal tempo , ma non dal proprio modo di essere. Tutti protagonisti di una scena tanto bella quanto commuovente e sentita.
Un paese che richiama spettatori da ogni luogo, ma che soprattutto si unisce, si aggrega e valorizza un momento storico religioso facendone un’opera D’arte storica, culturale e religiosa che non avrà mai fine.
Ci siamo evoluti, abbiamo cambiato e arricchito il momento, ma lo abbiamo saputo rendere unico e importante a chi ci guarda da fuori; siamo il paese che quasi inconsapevolmente ha tessuto un momento di grande storia attorno ai propri abitanti, piazze, vicoli e monumenti.
Siamo gli arienzani che aspettano con emozione il giorno, il momento, come se tutto il resto del mondo non aspettasse altro che rivedere in noi l’immagiNe solamente letta della passione di Cristo.
Tutti attori ignari della storia che si scrive così, quasi senza saperlo, sui manuali di antropologia culturale, pronta per essere analizzata dai nostri figli, nipoti e pronipoti nei decenni che ci seguiranno.
Siamo noi che ci crediamo e che rendiamo possibile che ciò accada, così come lo sono stati i nostri nonni , genitori e fratelli negli anni passati.
Tutti spettatori attenti, protagonisti, e sostenitori di un momento che fa di Arienzo un paese conosciuto anche al di fuori della nostra provincia.
Abbiamo la storia , la volontà e soprattutto i luoghi per distinguerci dagli altri.
Siamo infondo coesi, uniti nell’intento di fare bene, e probabilmente ci riusciamo alla grande visti i risultati.
Ieri ho visto emozione vera durante la rievocazione, ho rivissuto la mia partecipazione da ragazzina, quando presa dall’entusiasmo, avrei rifatto nuovamente il percorso...sentivo il profumo della primavera, il muoversi con rigore e scioltezza degli attori, alcuni particolari che solo un occhio attento può osservare.
Mi sono piaciuti i protagonisti, le movenze, i costumi , i ruoli attribuiti con similitudine alla vita reale di ognuno...ho apprezzato il momento “scenico “ in piazza della crocifissione, ma ciò che non ha eguali è la caduta di Cristo che porta la croce... le urla dei centurioni, la sofferenza di Gesù che scaturisce negli spettatori commozione e rabbia... e’ in questo istante che termina la rappresentazione e comincia la passione che facciamo nostra in quel preciso istante.
Il successo di tutto questo è in questi particolari che solo un arienzano può capire.
Siamo il riscatto di un paese spesso sottovalutato e denigrato; siamo il collante di una popolazione che si unisce per valorizzare un momento importante per la comunità; è qui che cadono i sipari della vita vera per lasciare spazio a tutte le emozioni che racchiudiamo nei nostri cuori.
Siamo coloro i quali senza amore non potrebbero mai attirare tanto da fuori, siamo la storia che cammina sulle nostre gambe e che non vogliamo cancellare.
Siamo quei cittadini che sanno comprendere il passato e ne fanno tesoro.
Diamo importanza ai particolari, alle persone che ci hanno permesso di essere ciò che adesso siamo, sulle cui orme rievochiamo storie e culture di un tempo neanche troppo lontano da noi.
Siamo gli arienzani che curano le radici del passato per creare il futuro del paese.
I miei complimenti agli organizzatori, ma soprattutto ai partecipanti,alla gente comune che dismessi gli abiti civili, ha indossato quelli religiosi.
Persone che magari vivono una vita difficile, con difficoltà, ma che nonostante tutto si sono resi parte di una manifestazione storica simbolo del nostro patrimonio artistico e culturale.
Felice di vedere momenti nuovi di integrazione, felice di vedere allo stesso modo i protagonisti che da sempre ricoprono le vesti di attori indiscussi in questa bellissima pagina Arienzana.
Ci rivedremo tra 4 anni, e se Dio vuole, sarà ancora più bello!
Nessun commento:
Posta un commento