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domenica 10 aprile 2016

Ad Arienzo è iniziato il "gran varietà"

Oggi sono sgomenta per quanto leggo sui social in merito al mio paese.
Con tutta franchezza penso che si stia scendendo proprio a bassissimi livelli di costume, ideali e moralità.
Non credevo che si potesse arrivare a tanto, al peggio di ciò che è già stato, al peggio del peggio di quello che ancora dovrà essere.
Lungi da me un'analisi politica della situazione attuale (anche perché non dovrei analizzare i candidati, ma i numeri di voti ad essi collegati), mi limito ad essere un po critica sull'elettorato, su quel nutrito corpo elettorale che dovrà eleggere il nostro rappresentante.
I miei concittadini, nella specie quelli più o meno della mia età fino ai 40/45, stanno dimostrando di vivere questo clima elettorale come preludio ad una battaglia, una guerra dalla quale usciranno i fieri vincitori e gli inevitabili sconfitti.
Il paese è fazionato, carico di rancori, cattiverie e maldicenze, che giorno dopo giorno, appaiono sempre più infuocate e mirate, e che null'altro fanno se non dividere ancora di più tutti.
Io mi vergogno di leggere su FB insulti personali e allusioni che nulla hanno a che vedere con la politica.
Mi vergogno di essere parte di un popolo che non si indigna minimamente per quelle che sono le reali problematiche sociali ed economiche di questo paese, puntando piuttosto l'attenzione su pettegolezzi, mescolando alla politica il sacro ed il profano, rendendo tutto più squallido e meschino.
Vige un'aria pesante, dove tutti sembrano aver perso oramai ogni contegno e pudore.
Ed ecco allora, che una normale domenica primaverile si trasforma nella data ufficiale di inizio di una campagna elettorale all'ultima parola, all'ultimo insulto, all'ultimo comandamento.
Mi rincresce poi osservare come, una tastiera diventi canna di fucile, dalla quale sparare il colpo mortale al presunto "nemico", magari ex amico, magari futuro alleato.
Chi dall'altra parte legge, ammesso e non concesso che abbia un cervello pensante, una dignità, una morale, ditemi voi, cari guerrieri, cosa dovrà mai pensare di tutto ciò?
Semplice. Una come me, che la politica non la sa fare, che di politica non vive, che la politica non la segue, può pensare solo che ormai è iniziata una guerra tra poveri, dove alla fine il vincitore sarà tanto povero quanto lo sconfitto.
Saremo tutti poveri, come poveri sono i contenuti che adesso leggo tra le righe, tra un insulto, un'allusione e uno sfottò.
Saremo poveri di coesione, saremo poveri di intenti, saremo poveri di prospettive di cambiamento.
Saremo più poveri di quelli che ad Arienzo poveri lo sono già, quelli che tutti fanno finta di non vedere.

Saremo poveri quando vi convincerete che una volta ottenuto il trono, avrete vinto.
Nessuno avrà vinto, con queste armi, con queste parole, abbiamo perso tutti già in partenza.

E nessuno mi venga a dire che questo è fare campagna elettorale...questo è dividere persone, amici, questo è creare scompiglio, litigi, inimicizie.
Fino a Giugno se ne sentiranno tante, se ne vedranno tante, secondo me TROPPE, ripetute, dette e stra-dette.
Andrete a scavare gli scheletri negli armadi fino alle generazioni più remote dimenticandovi che questo non è "il gran varietà" o "la Corrida", questo è il futuro di un paese destinato a morire se ci saranno persone che intendono per politica "lotta tribale".
Se tutti, nei periodi non elettorali, avessero la stessa grinta di adesso, magari davanti a problemi seri, ci sarebbe veramente un paese migliore.
Invece, una volta spente le luci della ribalta, una volta smontati i palchi, una volta finiti i festeggiamenti, tutto rientra nel torpore di chi vive facendosi solo i fatti e gli "affari" propri.
Nessuno scrive, nessuno denuncia, nessuno schianta il mondo se vede compiersi un'ingiustizia. 

Il risultato finale è questo, quello che anche adesso viviamo...un paese commissariato, con gli stessi problemi di prima, con le stesse carenze economiche di prima, con qualche tassa in più, e con tanti giovani che piuttosto che scrivere insulti su fb,  fanno la valigia e vanno via, senza aspettare che qualcuno si ricordi di loro.

Un paese socialmente "distrutto", dove esiste la piaga dell'alcolismo, della povertà, della solitudine; un paese dove ancora ci sono bambini "trascurati", dove ci sono anziani abbandonati, giovani disoccupati e adolescenti sulla via della "perdizione".

L'entusiasmo, la voglia di cambiare le cose, non si dimostra con i botta e risposta sui social, alludendo, mettendo di mezzo pure la religione. 
Bisogna si contestare, rispondere, esprimere le proprie opinioni, ma non sfociare nella schifezza più assoluta.
Abbiate a cuore il nostro futuro, non i vostri interessi.
Abbiate a cuore i ragazzini, le famiglie, siate un esempio per i nostri figli.
Noi ormai siamo grandi, disillusi, ma loro, credono ancora che questo sia un paese a misura di bambino, con persone che si occupino del loro welfare.

Tutto il resto, Dio in primis, lasciatelo al loro posto. 

Buona serata, 
Anna De Luca

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